CREATIVE TECHNOLOGIES, CYBERPSYCHOLOGY & WELLNESS a cura di Vittorio Dublino <<Future programmers can keep developing PCs which ignore emotions, or can take on the risk of creating machines which recognize emotions, express them, and maybe try them, at least in the ways in which emotions can help in the intelligent interaction and in decision making processes>>
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SINESTESIA TRA COLORI E MUSICA
di Luigi Siciliano Il fenomeno della sinestesia, che dal greco syn= unione ed aisthesis= sensazione significa percepire insieme. È un fenomeno non comune, infatti solo in alcune persone, le percezioni provenienti da due o più sensi si mescolano. È questo il caso di Mozart, che vedeva il colore delle note, assieme al loro suono. La sinestesia quindi è un fenomeno percettivo che riguarda il nostro modo di interrogare la realtà e di ricevere informazioni. Questo fenomeno è stato studiato nel corso della storia da musicisti, poeti, scrittori, artisti. Tra tutti citiamo Vasilij Kandinskij (1866-1944), universalmente conosciuto come il fondatore dell’arte astratta. Fu forse colui che ebbe la capacità più penetrante di capire la sinestesia, sia come fusione sensoriale, sia come idea artistica. Egli esplorò le relazioni tra suono e colore tanto da usare termini musicali per descrivere le sue opere, definendole “composizioni” e improvvisazioni ”. Per Kandinsky i colori divenivano suoni da fissare sulla tela. Egli sperava infatti, che i suoi dipinti potessero essere “ascoltati”, che i fruitori della sua arte potessero avere “la possibilità di entrare nell’opera, diventare attivi in essa e vivere il suo pulsare con tutti i sensi”. Scriveva: “…Sentivo a volte il chiacchiericcio sommesso dei colori che si mescolavano: era un’esperienza misteriosa; sorpresa nella misteriosa cucina di un alchimista”. Era affascinato dall’astrazione che poteva raggiungersi tramite l’ascolto musicale. “…Per noi pittori il più ricco ammaestramento è quello che si trae dalla musica. Con poche eccezioni e deviazioni la musica, già da alcuni secoli, ha usato i propri mezzi non per ritrarre le manifestazioni della natura, ma per esprimere la vita psichica dell’artista attraverso la vita dei suoni musicali…” E dirà anche: “In generale il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte dalle molte corde. L’artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l’anima umana.…” Tra le sue opere troviamo, tra l’altro, un’interpretazione della Quinta sinfonia di Beethoven attraverso forme e linee. Il sogno-programma di Wassilij Kandinskij, era la sintesi delle arti, ossia quell’opera d’arte totale di cui Wagner nel secolo precedente aveva ipotizzato e realizzato nei suoi Melodrammi. Kandinskij inoltre, nelle sue opere, espone teorie sulla stretta correlazione tra opera d'arte e dimensione spirituale. Il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un effetto fisico, superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro; un effetto psichico dovuto alla vibrazione spirituale (prodotta dalla forza psichica dell'uomo) attraverso cui il colore raggiunge l'anima. Esso può essere diretto o verificarsi per associazione con gli altri sensi. L'effetto psichico del colore è determinato dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono. Perciò il rosso, ad esempio, risveglia in noi l'emozione del dolore, non per un'associazione di idee (rosso-sangue-dolore), ma per le sue proprie caratteristiche, per il suo "suono interiore". Il bello quindi, non è più ciò che risponde a canoni ordinari prestabiliti, il bello è ciò che risponde ad una necessità interiore, che l'artista sente in quel momento come tale. Sulla base del concetto per il quale il movimento del colore è una vibrazione che tocca le corde dell'interiorità, come Kandinskij sostiene, i colori vengono percepiti in base alle sensazioni e alle emozioni che suscitano nello spettatore. Quindi Kandinskij pensa di stabilire un rapporto armonico tra colori e sensazioni. Addirittura in alcuni studi, lui ed altri come lui, paragonano il colore al timbro di alcuni strumenti musicali. Di seguito alcuni esempi: Il giallo è dotato di una follia vitale, prorompente, di un'irrazionalità cieca; viene paragonato al suono di una tromba, di una fanfara. Il giallo indica anche eccitazione quindi può essere accostato spesso al rosso ma si differenzia da quest'ultimo. L'azzurro è il blu che tende ai toni più chiari, è indifferente, distante, come un cielo artistico; è paragonabile al suono di un flauto. Il rosso è caldo, vitale, vivace, irrequieto ma diverso dal giallo, perché non ha la sua superficialità. L'energia del rosso è consapevole, può essere canalizzata. Più è chiaro e tendente al giallo, più ha vitalità, energia. Il rosso medio è profondo, il rosso scuro è più meditativo. È paragonato al suono di una tuba. L'arancione esprime energia, movimento, e più è vicino alle tonalità del giallo, più è superficiale; è paragonabile al suono di una campana o di un contralto. Il verde è assoluta mobilità in una assoluta quiete, fa annoiare, suggerisce opulenza, compiacimento, è una quiete appagata, appena vira verso il giallo acquista energia, giocosità. Con il blu diventa pensieroso, attivo. Ha i toni ampi, caldi, semigravi del violino. Il viola, come l'arancione, è instabile ed è molto difficile utilizzarlo nella fascia intermedia tra rosso e blu. È paragonabile al corno inglese, alla zampogna, al fagotto. Il grigio è l'equivalente del verde, ugualmente statico, indica quiete, ma mentre nel verde è presente, seppur paralizzata, l'energia del giallo che lo fa variare verso tonalità più chiare o più fredde facendogli recuperare vibrazione, nel grigio c'è assoluta mancanza di movimento, che esso volga verso il bianco o verso il nero. Il marrone si ottiene mischiando il nero con il rosso, ma essendo l'energia di quest'ultimo fortemente sorvegliata, ne consegue che esso risulti ottuso, duro, poco dinamico. Il bianco è dato dalla somma (convenzionale) di tutti i colori dell'iride, ma è un mondo in cui tutti questi colori sono scomparsi, di fatto è un muro di silenzio assoluto, interiormente lo sentiamo come un non-suono. Tuttavia è un silenzio di nascita, ricco di potenzialità; è la pausa tra una battuta e l'altra di un'esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni. Il nero è mancanza di luce, è un non-colore, è spento come un rogo arso completamente. È un silenzio di morte; è la pausa finale di un'esecuzione musicale, tuttavia a differenza del bianco (in cui il colore che vi è già contenuto è flebile) fa risaltare qualsiasi colore. Il colore, nonostante nella nostra mente sia senza limiti, nella realtà assume anche una forma (carattere importantissimo per la costruzione compositiva in pittura. Se un colore viene associato alla sua forma privilegiata gli effetti e le emozioni che scaturiscono vengono esaltati e potenziati. |
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Luglio 2015
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